Comunicato Stampa - AIGET: Quale concorrenza per i mercati energetici italiani?
Data: 09 dicembre 2019
COMUNICATO STAMPA
Quale concorrenza per i mercati energetici italiani?
La concorrenza c’è o non c’è?
La liberalizzazione del mercato dell’energia prosegue nel suo percorso ad ostacoli, degno del più famoso labirinto di Alice nel paese delle meraviglie. Chissà se troveremo una via d’uscita. A quanto pare facciamo estrema fatica a condividere un principio apparentemente semplice: per far sì che ci sia una piena concorrenza occorre trattare allo stesso modo i diversi concorrenti.
Ciò al fine di evitare effetti distorsivi sulla concorrenza, il prosperare di posizioni dominanti, finanche aiuto di Stato. Occorre allora che i fornitori di mercato ribadiscano con forza che i trattamenti differenziati sono irricevibili. La concorrenza è uno dei pilastri delle democrazie moderne, non bisogna mai dimenticarlo.
Avevamo denunciato più di anno fa il trattamento difforme nella vicenda sbilanciamenti: gli arbitraggi fatti sui prezzi MSD da diversi operatori erano stati gestiti in maniera molto difforme. Ai grossisti era stata chiesta l’integrale restituzione dei margini passati (causando l’avvio di centinaia di ricorsi amministrativi che tuttora ingolfano Tar e Consiglio di Stato), ai produttori dominanti coinvolti solo l’impegno a ridimensionare la marginalità futura, senza alcuna richiesta di restituzione. Ci ritroviamo nuovamente oggi a parlare di trattamenti differenziati tra grandi gruppi verticalmente integrati e operatori sul libero mercato.
L’esempio più eclatante è la questione degli oneri di sistema (che sono una posta parafiscale in bolletta). Quando tali oneri non sono incassati dal cliente finale il fornitore di energia non dovrebbe farsene carico (ormai tale principio è ampiamente passato in giudicato, grazie anche da ultimo alle ordinanze della Cassazione, n. 30804 e n. 31266, rispettivamente del 26 e 29 novembre 2019). Come noto di fatto non si riesce ancora a dare esecuzione ad un principio così semplice, ci sono tavoli di lavoro, ipotesi, consultazioni ma ancora niente soluzioni concrete dopo 3 anni dalla prima sentenza amministrativa.
Nel caso dei distributori invece, in tutta fretta, la Del. 50/2018 di ARERA ha posto immediatamente rimedio agli oneri di sistema non incassati dai distributori, pur in assenza di una previsione dei giudici amministrativi al riguardo. Questo trattamento differenziato favorisce i grandi operatori verticalmente integrati ma il seguito è ancora più sorprendente. L’Autorità ha rilevato con la Delibera 300/2019 che alcuni distributori stavano abusando del reintegro che gli era stato accordato, inserendoci anche degli interessi di mora mai applicati. Secondo l’Autorità per l'energia il comportamento dei distributori non mostrava quindi un’azione efficace di tutela del credito. E cosa accade dopo? Dopo aver rilevato che i distributori non erano stati proprio perfetti nell’usufruire del generoso reintegro la nuova proposta è reintegrarli anche per oneri di trasporto non incassati (con il nuovo Documento di Consultazione 481/2019)! Come dire: non sei diligente? Ti premio…
Altro caso che fa riflettere: l’indagine dell’Autorità Antitrust su alcuni operatori integrati che hanno abusato della loro posizione dominante per avvantaggiarsi rispetto ai competitor. E’ emerso che i gruppi integrati possono trarre vantaggio dal bagaglio informativo che hanno sui clienti e anche da un unbundling non perfetto nella fase di passaggio dei clienti sul mercato libero verso il fornitore del medesimo gruppo. Ebbene il TIV prevede dal 2016 un ristoro o adeguamento per i fornitori di maggior tutela ogni volta che perdono un cliente. E cosa accade per i casi in cui è stato verificato l’abuso? Il reintegro c’è stato anche in questi casi? Ancora una volta: non sei diligente? Ti premio… (non ci risulterebbero infatti iniziative volte a richiedere il rimborso di tali importi)
A nostro avviso non è possibile andare avanti così: quando si trattano in maniera diversa operatori integrati e operatori non integrati si falsa la concorrenza.
E’ possibile che i consumatori vadano allertati solo quando si parla di fine della maggior tutela? Oppure quando si cita la numerosità dei venditori?
I fornitori sono tanti? Da dati ARERA emerge che circa 50 fornitori servono più di 25.000 clienti ciascuno. Dunque le centinaia di operatori di cui si parla tanto sono di fatto piccolissimi operatori che servono poche utenze locali o molto specifiche. E poi perché il MiSE non fa l’albo venditori che dovrebbe servire a razionalizzare il settore, come AIGET chiede da tempo?
La numerosità degli operatori ci pare la scusa perfetta per continuare ad usare la bolletta come un bancomat e mortificare chi ha scelto di operare nel settore dell’energia senza posizioni privilegiate, dedicandogli le proprie risorse e la propria carriera. AIGET non ha nulla contro i benefici di altri segmenti della filiera ma denuncia con forza le disparità di trattamento. Quelle non sono accettabili, né da AIGET né da chiunque sostenga un contesto concorrenziale giusto.
Milano, 9 dicembre 2019