Audizioni Periodiche dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico 2014
Date: 20 November 2014
Audizioni Periodiche dell´Autorità per l´energia elettrica il gas e il sistema idrico 2014
Memoria del Presidente di AIGET, Michele Governatori
Saluto i membri del Collegio e tutte le persone dell’Autorità presenti, oltre che i colleghi di altre aziende e associazioni. Ringraziando l’attenzione che vorrete dedicarci, segnalo alcuni punti secondo noi maggiormente rilevanti del nuovo piano strategico dell’Autorità, trattandone inoltre altri a essi legati nell’attualità della regolazione dei mercati energetici.
Remunerazione reti
• Bene una maggiore selettività sugli investimenti in rete, sia perché il volume della commodity che transita nei sistemi si è ridimensionata rispetto alle aspettative dei piani di sviluppo di qualche anno fa, sia perché – come abbiamo notato già in passato - occorre evitare il rischio di uno strutturale “crowding out” per sovraremunerazione degli investimenti a remunerazione sicura rispetto a quelli di rischio (ma produttivi) in una fase in cui i primi sono gli unici che non spaventano gli investitori. Non sottovaluto la tematica e confido quindi nell’impegno dell’Autorità nel resistere alle (peraltro legittime) pressioni dei gestori coinvolti quando sarà il momento di fare le regole per il prossimo periodo tariffario o di mettere in pratica la selettività auspicata;
• Più in generale, nostra preoccupazione è che ai tanti punti importanti e condivisibili del piano non si accompagni un connesso specifico cronoprogramma.
Distributori-venditori
• Per noi resta centrale una revisione dei profili di responsabilità tra venditori e distributori, in cui questi ultimi rispondano in particolare delle mancate interruzioni per morosità, che comportano perdite gravissime sì per i venditori, ma anche gravi per l’intero sistema che finisce per essere costretto a socializzarne parte dei costi. Aspettiamo quindi con interesse e impazienza le delibere di attuazione delle proposte che l’Autorità ha fatto nell’ambito dei lavori dell’apposito GDL. Riguardo ai tempi di pagamento ai gestori di rete e di sistema, e ai costi di esazione dai clienti finali e di liquidità per l’intero ammontare, riteniamo sì che dovrebbe essere il mercato a remunerarli in una logica di concorrenza, ma che ciò non sia possibile finché ci sarà il forte riferimento della tutela, che di fatto fornisce un’indicazione di ammontare di remunerazione delle attività commerciali;
• Bene il debranding, ma segnaliamo in tal senso come il brand diverso per le attività regolate e mercato non dovrebbe esser proposto dall’Autorità, bensì semmai fatta rispettare la normativa primaria, che già lo prevede da tempo – 93/11 che attua la Direttiva 72/09 (in questo senso a nostro avviso quella dell’Autorità dovrebbe un’applicazione e non una proposta);
• Concordiamo sul fatto che il servizio di fornitura dell’energia, in particolare quando include l’efficienza, comporta interazioni diverse da quelle tradizionali tra il venditore e il distributore (per esempio nell’accesso locale ai dati di misura con criteri di imparzialità, come correttamente auspicato dall’Autorità) e quindi richiede una riparametrazione dei ruoli e rende più complesso realizzare l’unbundling;
• La questione unbundling vale in particolare per i progetti di “smart” grid che includano l´accumulo di energia e quindi trattano assieme attività commerciale sull’energia (di arbitraggio intertemporale) con gestione della rete, essendo la prima a nostro avviso del tutto da segregare rispetto alla seconda sulla base delle norme già in vigore.
Delibera 525/14 e sbilanci
Sulla questione sbilanci e previsioni lato consumo nel MSD come sapete abbiamo preso una ben chiara posizione già un paio di anni fa, anche con azioni di tutela giurisdizionale. Quello che mi sento di aggiungere è che, se nel piano strategico l’Autorità giustamente auspica una maggior partecipazione ai mercati del bilanciamento, troviamo a maggior ragione incoerente “smontare” pezzi del mercato per arginare comportamenti legittimi di arbitraggio degli operatori.
Inoltre non possiamo che sottolineare come la norma della Delibera che prevede che le previsioni siano improntate a “diligenza, prudenza, perizia e previdenza” abbia il carattere della genericità e quindi comporti di fatto giocoforza arbitrarietà nell’enforcement. Nelle economie liberali – perdonatemi l’osservazione di carattere generale – non è efficace richiedere agli operatori di mercato di essere bravi o buoni, bensì fornire un set di regole del gioco chiare e di segnali di prezzo trasparenti. Gli operatori di mercato sono diligenti se cercano di ottenere il massimo ritorno dalle loro posizioni di mercato in un contesto privo di asimmetrie informative e di abusi di posizioni dominanti.
Tutta la vicenda degli sbilanci ha semmai utilmente “svelato” l’insufficienza dell´abbattere colli di bottiglia tra zone ai fini del MGP se la rete resta però di fatto sbilanciata. La soluzione anche in questo caso per noi è rendere ancora più contendibili i mercati che legittimamente tengono conto dell’inadeguatezza in qualche caso dell’MGP nel dare i giusti segnali di scarsità al fine dell’allocazione delle risorse. Peraltro questa minore rilevanza della quota del prezzo all’ingrosso sul valore del servizio energia è un trend sottolineato in varie occasioni da questa stessa Autorità e in quest’ottica dobbiamo difendere la contendibilità della parte restante – crescente – del valore.
Dispacciamento fonti rinnovabili non programmabili
Nell’ottica dell´auspicata partecipazione ai mercati del bilanciamento delle FER ed a fronte della responsabilizzazione sugli sbilanci non possiamo che confermare la nostra solidarietà al tentativo di evoluzione dell’Autorità verso il principio dell’allocazione dei costi a chi li introduce al sistema, salvo il diritto agli incentivi per la soluzione di esternalità ambientali.
Sappiamo che la normativa ha dovuto tener conto delle vicissitudini della giustizia amministrativa, non per questo però concordiamo con l’ipotesi che nel medio periodo sia un operatore di sistema a fornire in modo forfettario la copertura degli sbilanci delle FER non programmabili.
Sarebbe un passo indietro rispetto alla strategia che era, e speriamo sia ancora, di questa Autorità oltre che dell’ACER. Rivendichiamo in tal senso quindi anche il possibile ruolo dei grossisti nel fare da cuscinetto tra produttori FER non interessati a gestire il rischio sbilanci e il mercato.
Semmai è il GSE che dovrebbe concentrarsi sul suo ruolo istituzionale e evitare di fare l’originator di mercato, introducendo rischi di sussidi incrociati tra attività pubblicistiche e non, o di dumping nel passaggio a valle del costo delle coperture.
Il ruolo dei grossisti è tipicamente infatti proprio quello di ottimizzare portafogli e rischi rispetto ai singoli operatori fisici. Perché il mercato ne guadagni serve che questo ruolo sia chiaramente e stabilmente affidato al mercato.